Melanoma: probabilità di recidive?

18-10-2022
Melanoma: probabilità di recidive?

La prognosi di guarigione a dieci anni è favorevole: dal 97% al 57% a seconda dello stadio iniziale del tumore. È importante eseguire i controlli.
 
“Ho 65 anni e ho avuto un melanoma nel 2016 (nello specifico: 2 mm di spessore Breslow, non ulcerato, IV Clark), con linfonodo sentinella positivo.
Ora, essendo passati 5 anni, quante possibilità ho di non avere più recidive?
Quando posso considerarmi guarita?”

Per rispondere alle sue domande occorre, naturalmente, partire dalla «gravità» della malattia iniziale, espressa da vari parametri.
I livelli di Clark erano un modo per cercare di valutare l’infiltrazione del tumore nei vari strati della pelle (da quello più superficiale, il livello I rappresentato dall'epidermide al V, che raggiunge lo strato adiposo sottocutaneo), ma oggi sono considerati una classificazione imprecisa perché la pelle ha differenti spessori nelle varie zone del corpo e viene invece utilizzato lo spessore istologico secondo Breslow.
Questo, infatti, si basa sull’effettivo spessore del melanoma misurando la sua profondità (in millimetri) dallo strato granuloso della cute fino al punto di massima infiltrazione.

A che cosa serve il linfonodo sentinella
Quanto più la malattia va in profondità, tanto più «complicata» può essere l’asportazione e più sale il rischio che il tumore abbia intaccato le zone adiacenti.
La presenza di ulcerazione istologica, che viene valutata dal patologo, è poi indice di maggiore aggressività: · un fattore peggiorativo per la prognosi che fa classificare lo stadio del melanoma ad un livello superiore.
La biopsia del linfonodo sentinella viene invece utilizzare per capire fino a che stadio si è evoluta la neoplasia, se e fino a dove si è già spinta oltre i suoi «confini» iniziali, in modo da poter stabile se al paziente può essere utile fare (dopo l’asportazione chirurgica del melanoma) una terapia, cosiddetta adiuvante, per eliminare eventuali cellule cancerose sparse nell’organismo, ma ancora invisibili ai vari esami.
Oggi esistono diversi farmaci efficaci a questo scopo (sia target teraphy sia immunoterapia) che riescono a limitare le possibilità di una recidiva che vengono somministrati proprio alle persone considerate più a rischio di andare incontro a una ricaduta anche dopo un intervento che ha eliminato del tutto la malattia (stadio IIIB o IIIC).

Prognosi e controlli periodici
Una volta presi in considerazione tutti questi parametri si può valutare la prognosi del singolo paziente, basandosi anche sulle statistiche ottenute da studi scientifici che valutano le casistiche di migliaia di malati osservati nel tempo. Sappiamo così che per melanomi localizzati abbiamo una prognosi di guarigione a 10 anni che varia dal 97% al 57% a seconda dello stadio iniziale. Nel suo caso specifico, essendo uno stadio IIIA con 5 anni di follow up, la percentuale di guarigione è molto buona, circa 85%. L'importante è però continuare a fare gli esami (ecografia e lastra del torace) e le visite di controllo periodiche fino al decimo anno che servono, appunto, per cogliere tempestivamente eventuali segnali di ricaduta e intervenire subito con i medicinali che oggi sappiamo riescono a fermare la progressione del tumore in molti pazienti anche per lunghi anni.

Altrettanto rilevante è continuare anche ad auto-ispezionarsi la cute (specie se si hanno molti nei) e segnalare tempestivamente al medico la presenza di eventuali anomalie.
Chi ha già avuto un tumore della pelle ha più probabilità, rispetto agli altri, di svilupparne un altro. Trascorsi i 10 anni ci si può poi davvero ritenere guariti essendo molto improbabile che il melanoma si ripresenti. Un melanoma operato in stadio iniziale e con linfonodi negativi, invece, possiamo considerarlo guarito già a partire dal quinto anno se ha uno spessore secondo Breslow inferiore a un millimetro (mentre per tutti gli altri il periodo di osservazione termina al 10 anni).

(Salute, Corriere)

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